Palazzo Subiani-Ducci

Il palazzo, attualmente di proprietà della famiglia Ducci, reca ancora sulla facciata principale lo stemma in pietra degli antichi proprietari: i Subiani. Lo stemma raffigura un leone e un toro d'oro rampanti insieme ad una rovere, sempre in oro, sormontato da un cappello prelatizio. Originari di Pigli, nella campagna circostante Subbiano, detti poi "da Subiano", Subiani o Subiano, dal nome della località principale del territorio in cui già nei primi decenni del Quattrocento possedevano terre, case coloniche e anche un mulino e una gualchiera sull'Arno, i Subiani si inurbano in Arezzo nel 1480 con Bartolo di Pigli, pur mantenendo le proprietà e le cariche amministrative nella Podesteria di Subbiano.

Foto di Thomas Cerofolini
Foto di Thomas Cerofolini

L'ascesa sociale della famiglia subisce una repentina accelerazione quando Antonio di Pigli da Subiano, per i suoi meriti di auditore militare al servizio di Cosimo I de'Medici, ottiene nel 1551, per sé e per i suoi discendenti, il primo grado della cittadinanza aretina (il Gonfalonierato) e nel 1555 anche la cittadinanza fiorentina. Da quest'epoca in poi, i Subiani percorrono le consuete strade dell'ascesa economica e sociale: notai e laureati in utroque, militari di carriera, uomini di Chiesa, Cavalieri dell'Ordine di S. Stefano, funzionari della burocrazia granducale.

Foto di Thomas Cerofolini
Foto di Thomas Cerofolini

Il palazzo appartenne probabilmente al ramo della famiglia che discendeva da Bartolomeo di Bartolo, che ebbe tra i suoi membri molti uomini di Chiesa, vicari dei Vescovi di Arezzo. Questo ramo della famiglia, che nel 1782 aveva ottenuto di essere ascritto anche al patriziato fiorentino, si estinse nel 1928 con Rodolfo di Giacinto Subiani. Nel suo testamento dispose alcuni importanti legati: in memoria della sorella Adele lasciò all'Orfanotrofio Thevenin il suo palazzo di abitazione in Arezzo, detto del "Cappel di ferro"e la sua collezione di quadri, sculture, oggetti di arte e reperti archeologici; mentre, a perenne ricordo del fratello Alfredo, lasciò all'Opera Pia Boschi di Subbiano i quattro poderi di Pilli ( Pilli Vecchio, Pilli Grande, Casina di Pilli e Querceti), affinché le loro rendite servissero al buon funzionamento dell'Ospedale.

Non si sa di preciso quando la proprietà di questo palazzo sia passata dai Subiani ai Ducci, famiglia subbianese ascritta alla nobiltà aretina nel 1816.